L’idea dei diritti naturali: Diritti naturali, legge naturale e diritto canonico, Brian Tierney

Uno dei “miti - sorgente” dell’era dei lumi, la dottrina dei diritti naturali, si infrange davanti alla poderosa ricostruzione storica effettuata da Brian Tierney.

 Per l’erudito docente della Cornell University, universalmente riconosciuto come uno dei massimi studiosi di diritto canonico e sistema politico medievale, le teorie dei diritti naturali non sono, come usualmente si crede, un portato del pensiero illuministico, ma trovano il proprio fondamento nelle innumerevoli opere dei canonisti medievali che si svilupparono nel XII secolo dopo la pubblicazione del Decretum di Graziano.

A detta di Tierney, infatti, i sostenitori delle teorie secolarizzate dei diritti dell’Illuminismo hanno spesso dimenticato le “origini remote” delle dottrine che propugnavano:

“forse sarebbe più bello se l’idea dei diritti naturali avesse fatto il suo ingresso nella storia del pensiero politico occidentale con un gran fracasso di tamburi e trombe, in qualche annuncio altisonante come la Dichiarazione d’indipendenza americana o la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino francese. In realtà, però, questo concetto fondamentale della teoria politica occidentale nasce quasi impercettibilmente nelle oscure glosse dei giuristi medievali. Si potrebbe dire che, nelle opere dei primi decretasti, si verificò una mutazione distintiva nel pensiero e nel linguaggio, la quale diede origine a un’intera specie di idee: la specie delle teorie dei diritti naturali…”.

A dispetto di quanto generalmente sostenuto, la retorica illuministica-individualistica sui diritti dell’uomo diviene dunque comprensibile solo se correttamente inquadrata nell’ottica del definitivo completarsi di un lungo processo di evoluzione storica, politica, giuridica e teologica.

Secondo Tierney “l’idea dei diritti naturali si sviluppò – forse in origine avrebbe potuto svilupparsi solo – all’interno di una cultura religiosa che integrava l’argomentazione razionale sulla natura umana con una fede in cui gli uomini erano visti come figli di un Dio amorevole”.

La “moderna” idea dei diritti naturali si configura dunque quale frutto maturo di una secolare cultura teologica-giuridica che affonda le sue radici nel medioevo cristiano, cui, paradossalmente, la tarda dottrina illuministica ha creduto necessario affrancarsi.

Tale – storico - insegnamento dovrebbe fare riflettere chi, è cronaca dei nostri giorni, nel “rispetto” di non si capisce quale “omogeneizzante” politically corrected, nel professare astrattamente la laicità delle istituzioni ed il rispetto dei diritti di ogni persona, nega il diritto di chi dichiari espressamente quali siano i propri convincimenti morali e o giuridici.

Il Mulino 2002, pagg. 506