Elogio degli Avvocati, Paolo Borgna

La casa editrice Laterza ha di recente pubblicato nella collana Saggi Tascabili un libro dal titolo “Difesa degli Avvocati. Scritta da un pubblico accusatore”, a firma del Dott. Paolo Borgna, magistrato di lunga esperienza presso la Procura della Repubblica di Torino.

In questo libro, di assoluta leggibilità, l’Autore propone alcuni spunti di riflessione “illuminanti” sulla figura dell’Avvocato, sulla Sua funzione (processuale e, più in generale, sociale) e sui nuovi compiti che aspettano gli appartenenti alla nostra professione in questa epoca di profondi mutamenti sociali, economici, e, ovviamente, giuridici.

Vi sono molti passaggi del libro che meriterebbero un ampia trattazione ma, lasciando al lettore il gusto della lettura personale, il punto fondamentale del volumetto può individuarsi nella individuazione di una necessaria co-essenzialità della figura professionale dell’avvocato per un corretto esercizio del fare giustizia.

Il legale, infatti, nello svolgere la propria funzione, si pone come il difensore del diritto di ognuno ad essere giudicato nel pieno rispetto delle leggi, così  configurandosi come “parte” essenziale della celebrazione della giustizia e, dunque, in ultimo, come colui che, nel vigilare e richiedere che l’accertamento della verità avvenga nel rispetto delle procedure e regole previste dalla legge, si pone in condizione di reciprocità con la funzione della magistratura requirente e giudicante.

Una visione a prima vista minimalista della funzione del difensore (la tutela del Suo assistito), in realtà diviene un principio cardine per il corretto esercizio della giustizia del (e nel) caso concreto.

Così facendo peraltro è possibile sgombrare il campo da alcuni equivoci di fondo che, da un lato, possono riportare nei binari di un civile confronto la necessaria dialettica delle parti processuali; dall’altro alto, legittimando la figura del difensore lo costringono a stare di fronte seriamente alla responsabilità del ruolo dal medesimo rivestito, così fugando il rischio (sempre latente) di rappresentarsi (unicamente) come portatore di un interesse particolare che deve trovare la propria affermazione “ad ogni costo”.

Nel riconoscere dunque tale (alta) funzione all’Avvocato, il di lui assistito ma, più in generale, la comunità dei consociati, riterrà autorevolmente pronunciata la decisione assunta in sede di processo, poiché consapevole che, anche il soggetto ritenuto colpevole, ha potuto beneficiare, anche a mezzo del patrocinio del difensore, delle garanzie e delle regole poste dall’ordinamento giuridico, a sostegno e difesa di chi è stato chiamato a giudizio.

Edizioni Laterza, Bari 2008 pp. 114 € 10